martedì 6 settembre 2022

Disturbo d'ansia generalizzato


 

Il disturbo d’ansia generalizzata

Il disturbo d’ansia generalizzata (GAD) è un disturbo psichiatrico molto diffuso. Studi epidemiologici negli Stati Uniti hanno stimato la prevalenza del GAD nell’arco della vita del 9% (APA, 2013).

Rispetto ad altri disturbi d’ansia, come ad esempio la fobia sociale o il disturbo da attacchi di panico, che sono spesso riconducibili a preoccupazioni specifiche e circoscritte, nel GAD le preoccupazioni non riguardano un tema specifico ma sono estese ai diversi ambiti della vita del paziente. Sono appunto “generalizzati”.

Caratteristiche del disturbo d’ansia generalizzata

Il disturbo d’ansia generalizzata è una sindrome caratterizzata da ansia e preoccupazione in corso per molti eventi o pensieri che il paziente generalmente riconosce come eccessivi e inappropriati. La maggior parte delle persone con disturbo d’ansia generalizzata ha anche altri disturbi dell’umore e d’ansia.

I sintomi ansiosi tendono ad essere presenti per tutta la giornata, per tutti i giorni, e le preoccupazioni riguardano temi della vita quotidiana del paziente come la famiglia, la situazione economica, il lavoro e la salute personale (Roemer et al., 1997). Chi soffre di disturbo d’ansia generalizzata riferisce inoltre uno stato di costante preoccupazione nei confronti del futuro, insieme ad uno stato di tensione e di inquietudine diffusa che non è in grado di controllare.

Sintomi del disturbo d’ansia generalizzata

Attivazione e arousal

  • Palpitazioni o battito cardiaco accelerato;

  • sudorazione;

  • tremore o agitazione;

  • secchezza delle fauci (non dovuta a farmaci o disidratazione)

Sintomi che interessano torace e addome

  • Difficoltà a respirare;

  • sensazione di soffocamento;

  • dolore o fastidio al torace;

  • nausea o dolore addominale (come agitazione allo stomaco).

Sintomi che coinvolgono lo stato mentale

  • Sensazione di vertigini,

  • instabilità,

  • svenimento o stordimento;

  • la sensazione di perdere il controllo, di “impazzire” o di svenire;

  • paura di morire.

Sintomi generalizzati

  • Vampate di calore o brividi di freddo;

  • sensazioni di intorpidimento o formicolio;

  • tensione muscolare o dolori e dolori;

  • irrequietezza e incapacità di rilassarsi;

  • sentirsi tesi, nervosi o mentalmente tesi;

  • una sensazione di nodo alla gola o difficoltà a deglutire

Altri sintomi non specifici

  • Risposta esagerata a piccole sorprese o sorpresa;

  • difficoltà di concentrazione o “mancanza di vuoto” a causa della preoccupazione o dell’ansia;

  • irritabilità persistente; difficoltà ad addormentarsi a causa della preoccupazione

Cause del disturbo d’ansia generalizzata

Le cause del disturbo d’ansia generalizzata sono diverse e non del tutto comprese. Così come per molti disturbi psichici, anche per il GAD si parla di disturbo a genesi multifattoriale. Questo significa che a causare il disturbo possono essere variabili psicologiche, biologiche e ambientali in relazione tra loro. Da un punto di vista psicologico le spiegazioni del disturbo d’ansia generalizzata sono diverse in base ai differenti approcci teorici di riferimento.

Fattori di rischio

Tra le possibili cause e fattori di rischio per il disturbo d’ansia generalizzata troviamo:

  • esperienze negative o traumatiche (recenti o passate)
  • esposizione prolungata a fattori stressanti
  • malattie croniche e invalidanti
  • personalità evitanti, introverse e pessimiste

Inoltre dagli studi effettuati sui gemelli si è osservato che la percentuale di familiarità del disturbo d’ansia generalizzata è intorno al 20%. E’ quindi presente anche una importante componente genetica che aumenta il rischio di sviluppare il disturbo.

Cura del disturbo d’ansia generalizzata

Psicoterapia

Sia la psicoterapia cognitiva che la terapia per la gestione dell’ansia sono risultate efficaci per la cura del disturbo d’ansia generalizzato. La terapia per la gestione dell’ansia è una terapia strutturata che prevede psico-educazione, training di rilassamento ed esposizione, ma non include la ristrutturazione cognitiva; la terapia cognitivo comportamentale aggiunge invece questo elemento in più.

Il rilassamento implica la pratica di tecniche che portano al rilassamento muscolare o corporeo, tra queste le più conosciute sono il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson e il training autogeno. L’esposizione comporta, invece, un confronto graduale e ripetuto (prima attraverso la semplice immaginazione, poi concretamente esponendosi di persona) con stimoli che provocano ansia. Infine la ristrutturazione cognitiva è una tecnica cognitivo comportamentale che mette in discussione i processi di pensiero automatico disfunzionali (ad es. “non valgo nulla” aiutando il paziente a modificarli)

Numerosi studi hanno dimostrato che la psicoterapia cognitivo comportamentale determina miglioramenti significativamente maggiori per l’ansia e la depressione in 4-12 settimane rispetto a gruppi non trattati, alla sola gestione dell’ansia, al solo rilassamento o alla psicoterapia non direttiva (Westen D, Morrison K, 2001). Anche le recenti psicoterapie cognitivo-comportamentali di terza generazione sono risultate efficaci nella cura del disturbo d’ansia generalizzato.

Terapia farmacologica

La terapia psicofarmacologica è in genere prescritta da un medico psichiatra e prevede l’utilizzo di diverse tipologie di farmaci. Tra i farmaci più utilizzati per la cura del disturbo d’ansia generalizzata ci sono i farmaci antidepressivi. Diverse categorie di antidepressivi infatti, oltre ad agire sull’umore, agiscono anche sull’ansia riducendone la sintomatologia.

Altri farmaci utilizzati per gestire farmacologicamente l’ansia sono le benzodiazepine. Le benzodiazepine hanno mostrato una buona efficacia nel trattamento della sintomatologia ansiosa a breve termine, anche se danno dipendenza e tolleranza nel lungo periodo. Sono quindi farmaci efficaci nell’uso episodico, meno indicati per un uso prolungato, e, soprattutto dopo un lungo utilizzo, vanno sospesi con gradualità in base alla indicazione del medico. Le benzodiazepine sono tra gli psicofarmaci più largamente utilizzati (e abusati) e possono generare una vera e propria dipendenza da benzodiazepine.

Per questi motivi la terapia farmacologica deve essere costantemente monitorata da un medico che ne calibri le dosi e ne definisca i dosaggi. Le gestioni fai-da-te possono infatti, nel lungo periodo, peggiorare il quadro sintomatologico del paziente.

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