venerdì 12 agosto 2022

Modello ABC per la gestione della Rabbia

                           


Il Modello ABC è un compito da assegnare al paziente precedentemente istruito in seduta. Questo modello lo aiuterà a leggere i suoi stati mentali che si susseguono a seguito di uno stimolo.

Tecniche in Psicoterapia: Le forme dell' ABC. - Immagine: © valdis torms - Fotolia.com

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Ora aggiungiamo dei chiarimenti sulle regole di compilazione dell’ABC. Abbiamo detto che l’A è una situazione. In realtà, è più corretto dire che durante la fase iniziale di familiarizzazione con il paziente è preferibile usare situazioni reali e recenti come A. Ma non è necessario che l’A sia una situazione o un evento esterno. Si può considerare un A anche un evento immaginario, possibile o perfino impossibile; uno stato d’animo interno, un’emozione, un pensiero. Può essere una relazione e può appartenere al passato, al presente o al futuro.

Individuato l’A, si passa a compilare il C. Che dopo l’A si compili il C non è proprio una regola esplicitamente espressa da Ellis, eppure ci sono buone ragioni per sostenere questo suggerimento. In primo luogo possiamo notare che a pagina 60 del manuale di Neenan e Dryden (2006) in cui è esposta in breve la terapia di Ellis, nella sequenza di domande raccomandata dagli autori l’elicitazione dell’emozione e/o del comportamento precede quella del B del pensiero. In secondo luogo lo stesso Ellis (1962) riteneva che la situazione problematica dovesse essere accertata definendo ciò che era evidente, eventi, emozioni e comportamenti, e per ultime andassero analizzati pensieri consapevoli che accompagnano lo stato di malessere. È vero che per la teoria il B precede il C, ma in clinica l’accertamento del C deve precedere quello del B. Che il C venga dopo l’A è l’impressione del paziente, che però va inizialmente rispettata proprio perché in seguito, elicitando il B, emerga in maniera più evidente l’azione mediatrice dei pensieri.

Questo anche perché se si chiedesse il B subito dopo l’A, potrebbe accadere che il paziente non riferirebbe quanto pensato in quel momento, nel momento della sofferenza, ma potrebbe fornire i pensieri più ragionevoli che vengono in mente nella situazione protetta della seduta.

Le 4 domande per elicitare un ABC (Neenan e Dryden, 2006):

1. Qual era la situazione nella quale il problema si è manifestato? (elicitare l’A)

2. Come si è sentito/a? (elicitare il C)

3. Cosa la ha maggiormente disturbato/a in quella situazione? (passaggio al B)

4. Quali cose diceva a se stesso/a e pensava e che hanno determinato il C? (elicitare il B)

Naturalmente, questa sequenza non è per nulla obbligatoria. Nulla ci impedisce di accertate il B dopo l’A se lo preferiamo o lo riteniamo opportuno in quella situazione terapeutica. Per esempio, se riteniamo che il paziente debba in qualche modo distaccarsi da emozioni troppo pervasive, possiamo decidere di trascurare i C e passare direttamente al B. In altri casi si può addirittura partire dai C, se il paziente ha per esempio difficoltà a entrare in contatto con le proprie emozioni.

Articolo tratto dal sito Stateofmind.it


Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2012/05/abc/

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