Il Disturbo Borderline di Personalità
Il Disturbo Borderline è un disturbo della personalità caratterizzato da instabilità delle
relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e da una marcata impulsività. I dati
della letteratura riportano un'incidenza del disturbo all'interno della popolazione pari al 2%.
Il Disturbo Borderline di Personalità è stato ed è tuttora oggetto di confronto e di discussione
nella nosografia psichiatrica e nella psicoterapia contemporanea (Paris, 1993), probabilmente
a causa dell'eterogeneità di forme di sofferenza attraverso cui il disturbo può presentarsi agli
occhi del clinico e dei conseguenti problemi diagnostici, eziopatogenetici nonché di cura che
questo disturbo comporta.

Il DSM classifica il disturbo borderline tra i disturbi della personalità all'interno del gruppo definito come "drammatico - imprevedibile" e lo
descrive come una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali,
dell'immagine di sé e dell'umore ed una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta
e presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
1. sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono
2. un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall'alternanza
tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione.
3. alterazione dell'identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e
persistentemente instabili.
4. impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto come
ad esempio spendere eccessivamente, promiscuità sessuale, abuso di sostanze, guida
spericolata, abbuffate, ecc.
5. ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento auto mutilante
6. instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell'umore (per es., episodica
intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto
raramente più di pochi giorni).
7. sentimenti cronici di vuoto.
8. rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti
accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici).
9. ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress
Le persone con disturbo borderline mostrano un'accentuata instabilità emotiva, che si
manifesta con marcati e repentini cambiamenti dell’umore, soprattutto in risposta ad eventi
relazionali spiacevoli, come, ad esempio, un rifiuto, una critica o una semplice disattenzione
da parte degli altri. Per controllare quest'instabilità emotiva, utilizzano l'azione impulsiva (ad
esempio abusano di sostanze, si abbuffano di cibo, etc.). Talvolta arrivano a procurarsi atti
auto lesivi (es. tagli sul corpo con delle lamette o delle bruciature con dei mozziconi di
sigaretta, ingerire dosi eccessive di psicofarmaci) o tentativi di suicidio. Le relazioni che
questi soggetti instaurano sono spesso intense e coinvolgenti, ma instabili e caotiche. L'altro
può passare in breve tempo dall'essere idealizzato all'essere svalutato. Tutti questi aspetti
generano in loro confusione e hanno importanti conseguenze sulla stima di sé, facendoli
percepire, contemporaneamente, sbagliati e fragili. Le persone con disturbo Borderline
sperimentano spesso un'intensa paura dell'abbandono: anche nel caso di separazioni brevi
reagiscono con disperazione e rabbia compiendo azioni e sforzi disperati per evitare l'evento
temuto.
Il Trattamento basato sulla Mentalizzazione
Il Trattamento basato sulla Mentalizzazione (MBT) è una tecnica elaborata da Bateman e
Fonagy a partire dal 2004, che deriva dal concetto secondo il quale i pazienti borderline
necessitano di imparare a “mentalizzare”, ossia a stare fuori dai propri stati d’animo,
osservando accuratamente le emozioni proprie ed altrui. La teoria alla base dell’MBT
suggerisce che questa capacità si sviluppi mediante un processo di esperienze infantili nelle
quali le persone si sentono considerate nei pensieri degli altri (specialmente dei genitori)
all’interno di una relazione di attaccamento sicuro con figure significative in grado di tenere
“a mente” e considerare l’altro. Nei pazienti con disturbo di personalità borderline questa
capacità sarebbe compromessa a causa di un atteggiamento scarsamente mentalizzante e
“riflessivo” da parte delle figure di riferimento, i quali non risponderebbero adeguatamente
alle esperienze emotive del soggetto, causando così un trauma evolutivo.
L’MBT parte da una base teorica psicanalitica ma utilizza anche metodi cognitivi.
Le caratteristiche principali che contraddistinguono il Trattamento basato sulla Mentalizzazione sono le seguenti:
è utilizzato con pazienti con diagnosi di DBP
è effettuato presso il DH psichiatrico, come approccio all’interno del trattamento
psicoterapeutico
ha come scopo generale di aiutare il paziente a consolidare il senso del Sé in modo da
poter stabilire relazioni più sicure grazie all’atteggiamento mentale che il terapeuta deve
assumere in ogni situazione clinica.
E' un trattamento altamente strutturato, ma flessibile, per questo rispondere in maniera
funzionale ai bisogni dei pazienti borderline il cui stile di vita è assai instabile, aspetto che si
riflette sulle modalità di accesso ai servizi psichiatrici.
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