martedì 21 giugno 2022

Il Principio della Minima forza necessaria secondo Peterson






 Il principio della minima forza necessaria


Se non sarai tu – da genitore – a correggere il comportamento sbagliato del bambino, questi si cementificheranno sempre di più nel suo bagaglio di abitudini. In questo modo, sarà poi il più ampio contesto sociale a punirlo in maniera ahimè molto, molto, molto più amara e tragica di quanto potresti fare tu.

Questo in sintesi il pensiero di Jordan Peterson, autore del libro super interessante “12 regole per la vita”, una delle quali è dedicata proprio al tema educativo.

Diversi studi, ma anche solo il buon senso comune in realtà, ci mostrano che bambini poco educati andranno incontro a una vita terribile, perché affronteranno la società senza saper leggere e rispondere ai vari stimoli che giorno dopo giorno arriveranno loro. Rischieranno di trovarsi isolati e infelici, venendo sempre più rifiutati dalle altre persone: nessuno augurerebbe a proprio figlio una sorte di questo genere.

Ecco perché i genitori devono assumersi la responsabilità di fornire una educazione e una disciplina ai loro figli, anche se questo implica assumere nel breve periodo il ruolo di cattivi ai loro occhi.

Ora il punto è che i bambini hanno un temperamento molto differente gli uni dagli altri, e non è facile trovare un metodo unico di educazione che possa andare bene per tutti loro.

Oltre a ciò di cui ho parlato anche altrove – ovvero educarli attraverso complimenti, premi e riconoscimenti per ciò che di buono fanno – oggi volevo condividere qui 5 indicazioni generali sull’educazione, suggerite dallo psicologo Jordan Peterson.


Le regole

La prima idea è che le regole non dovrebbero andare oltre il necessario. Questo perché? Leggi sbagliate potrebbero far perdere il rispetto anche per quelle buone. 

Limita le regole significa concentrarsi sui fondamentali. Ad esempio:

1) Non mordere e non picchiare, se non per autodifesa.

2) Mangia in modo educato e riconoscente.

3) Impara a condividere, così gli altri bambini giocheranno con te.

4) Presta attenzione quando gli adulti ti parlano, così non risulterai antipatico e decideranno di insegnarti qualcosa.

5) Vai a dormire all’ora giusta e senza fare storie, così poi i genitori possono stare insieme e non ce l’avranno con te.

6) Prenditi cura dei tuoi oggetti.

7) Comportati in modo di rendere felici le persone della tua presenza.

Un bambino che rispetta queste regole sarà benvenuto ovunque.

La punizione

Secondo principio è che ogni regola infranta deve andare incontro a una punizione. Punizione è un termine da maneggiare con attenzione, ma secondo Peterson necessario. Quanto deve essere “dura” la punizione? Questa è una domanda decisamente difficile. Peterson suggerisce il principio della minima forza necessaria. Dovresti cioè sperimentare quale sia il più piccolo intervento possibile da esercitare per far sì che il bambino interrompa quella azione. Alcuni bambini con un’occhiataccia già si immobilizzano. Con altri è necessario passare all’ordine verbale. Altri ancora potrebbero avere bisogno di una “schicchera” sulla mano. Certo poi c’è contesto e contesto e bambino e bambino: occorre sempre osservare e bilanciare gli interventi.

Secondo Peterson è troppo facile riempirsi la bocca di cliché come “picchiare i bambini ha l’unico risultato di insegnare loro a picchiare”. Le argomentazioni che fornisce a tal proposito sono secondo me curiose e interessanti, e suggerisco la lettura del suo libro per approfondirle. L’unica accortezza da tenere a mente mentre lo leggerete, è che il discorso che Peterson fa è corretto in generale, ma non esplicita forse con la dovuta precisione le sfumature presenti tra bambini di diversa età, che appunto richiederebbero interventi tra loro molto diversi.

Nella pratica l’autore descrive poi due tecniche che in casi estremi sarebbe bene usare: l’allontanamento momentaneo del bambino e il contenimento fisico. A prescindere dalle tecniche, comunque, secondo me di fronte alla nostra intenzione di punire i nostri figli è giusto chiedersi sempre: quale il più piccolo intervento possibile che posso attuare ora come ora, per interrompere immediatamente l’azione che va corretta?

 

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